L’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano sta guidando un progetto di ricerca internazionale – finanziato dall’Unione Europea – chiamato I3LUNG.
Obiettivo di questo studio è quello di utilizzare l’intelligenza artificiale per identificare diversi biomarcatori che possano rendere più efficace l’immunoterapia personalizzata per il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). A coordinare il progetto Arsela Prelaj, ricercatrice dell’INT, le cui ricerche sono state pubblicate su Clinical Lung Cancer.
Attualmente, l’immunoterapia viene proposta ai pazienti con NSCLC che non possono accedere alle terapie target. Tuttavia, questo modus operandi non risulta efficace in tutti i casi. Inoltre, la somministrazione di nuove terapie è subordinata a una diagnosi molecolare precisa, mentre l’immunoterapia risulta efficace principalmente nei soggetti che esprimono alti livelli di un biomarcatore specifico chiamato PD-L1. Questo biomarcatore, però, non è perfetto e ci sono pazienti con livelli bassi di PD-L1 che rispondono comunque bene all’immunoterapia.
Per questo motivo, Prelaj suggerisce di utilizzare più biomarcatori per una migliore profilazione molecolare del paziente: questi verranno individuatianalizzando i dati clinici, alcuni dei quali già disponibili e altri ancora da raccogliere. Quindi, l’uso dell’intelligenza artificiale è particolarmente utile nell’individuare correlazioni e informazioni salienti che potrebbero essere sfuggite ai metodi di ricerca convenzionali.
Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è la forma più comune di tumore al polmone, con 40.000 casi diagnosticati ogni anno in Italia: va da sé che questo progetto di ricerca potrebbe rappresentare un importante passo avanti verso una terapia personalizzata più efficace.