Il “dottor Google” è diventato una fonte sempre più popolare di informazioni mediche per molte persone.
Infatti, uno studio condotto dal Pew Research Center ha rilevato che il 72% degli utenti di Internet negli Stati Uniti ha cercato informazioni mediche online almeno una volta. Tuttavia, molti esperti sostengono che la ricerca in rete possa portare a soluzioni errate o fuorvianti. Ad esempio, un articolo del Journal of Medical Internet Research ha rilevato che solo il 34% delle ‘diagnosi’ mediche trovate online è corretta.
Stando a una ricerca del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), ben il 32% della popolazione italiana sceglie il web per interpretare sintomi e riconoscere patologie prima di rivolgersi al medico di base o ad uno specialista.
Dopotutto, il dottor Google è considerato alla stregua di un onnisciente e velocissimo medico: comodamente seduti dal proprio divano si possono scrivere i sintomi che si hanno per ottenere il risultato dopo pochissimi secondi.
Come denunciato su Sanità Informazione da un medico di base, in molti si rivolgono ai professionisti convinti di avere già una diagnosi sottomano (o per meglio dire, sotto smartphone), senza accettare repliche o dubbi, asserendo di conoscere la verità assoluta circa il loro stato di salute. Oltre a svalutare la preparazione dei professionisti – a loro si preferiscono siti poco attendibili -, la diagnosi di dottor Google spaventa, spesso, il paziente di avere patologie molto più gravi rispetto alla realtà, o viceversa.
Dunque, sarebbe fondamentale capire che il medico di famiglia sia la migliore fonte di informazioni sulla salute: hanno ricevuto una formazione specialistica per la diagnosi e il trattamento di problemi di salute. Conoscere la storia medica del paziente, esaminare i sintomi e valutare i risultati dei test clinici sono tutti fattori importanti che vengono considerati dai professionisti per fornire una diagnosi accurata.
Dall’avvento del Programma Nazionale ECM del 2002, inoltre, viene fornito un continuo aggiornamento sulle principali ricerche scientifiche: dati, questi, che neanche Google è così veloce da conoscere.
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