Ieri, giovedì 28 settembre, è stato firmato dall’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni (conosciuta anche con l’acronimo ARAN) il nuovo contratto della dirigenza medica e sanitaria 2019-2021, che riguarda 135mila camici bianchi del Servizio Sanitario Nazionale (comprende 120.063 medici e 14.573 dirigenti sanitari non medici).
Dopo un lungo periodo di trattative, ARAN e i sindacati rappresentati hanno sottoscritto il contratto collettivo nazionale di lavoro per il triennio 2019-2021 per dirigenti medici, veterinari e sanitari dell’area dirigenziale per la Sanità.
Il nuovo testo contrattuale regola in modo esaustivo i principali istituti contrattuali, molti dei quali adeguati ai numerosi interventi legislativi che si sono susseguiti negli ultimi anni. In particolare, è stata riformulata in modo completo la parte che riguarda le relazioni sindacali, ponendo particolare attenzione sulla tematica dell’informazione, sia preventiva sia consuntiva, nonché sulle materie di confronto (aziendale e regionale), ampliate su pronta disponibilità e guardia, alla riduzione del rischio clinico, alle misure concernenti la salute e sicurezza del lavoro.
Si è proceduto – anche alla luce delle attuali condizioni del Servizio sanitario nazionale – con la riscrittura dell’orario di lavoro, nonché degli istituti peculiari dell’area in questione, quali il servizio di guardia e il servizio di pronta disponibilità.
Il sistema degli incarichi dirigenziali, già delineato nella precedente tornata contrattuale, è stato oggetto di specifici aggiornamenti finalizzati a garantire un incarico a tutti i dirigenti.
Miglioramenti significativi, inoltre, sono contenuti nella riscrittura del periodo di prova, del meccanismo delle sostituzioni nel caso di assenza, impedimento, malattia o cessazione del titolare dell’incarico. Sono state poi ampliate alcune tutele, ad esempio quelle concernenti le gravi patologie che necessitano di terapie salvavita, le misure in favore delle donne vittime di violenza, le diverse tipologie di assenze, sia giornaliere che orarie.
Tra le novità, è stata introdotta per la prima volta una nuova indennità di specificità sanitaria per i profili diversi da quello medico e veterinario, finalizzata al progressivo allineamento alla due professioni.
Nel testo ha trovato spazio, anche per la presente area, la disciplina del lavoro agile e del lavoro da remoto nonché l’assunzione dei dirigenti specializzandi a tempo determinato ai sensi della Legge 30.12.2018, n. 145 definendo gli istituti contrattuali a loro applicabili, tenuto conto della tipologia di prestazioni erogate e le precipue caratteristiche del personale dirigenziale coinvolto.
Il contratto 2019-2021 si qualifica, fra l’altro, per l’attenzione riservata alla specialità di questa dirigenza, che si è manifestata in modo forte nella maggior tutela nei confronti del dirigente relativamente alle condizioni di lavoro e alla valorizzazione della carriera attraverso l’obbligo di attribuzione degli incarichi, alla introduzione di un diritto che riconosce le ore lavorate in più e l’obbligo al loro recupero.
Sotto il profilo economico, il contratto riconosce incrementi a regime del 4.5%, corrispondenti a un beneficio medio complessivo di circa 289 euro/mese, distribuito in maggior parte sulla componente fondamentale del trattamento economico; a questa cifra vanno sommate risorse individuate da specifiche disposizioni di legge come, per esempio, le risorse per l’esclusività e quelle relative all’art. 1, commi 435 e 435-bis della Legge 205/2017.
Per quanto riguarda gli arretrati, spettanti al 31.12.2023, essi ammontano al circa 10.700 euro.
Sono, infine, stati incrementati i valori dell’indennità di specificità medico veterinaria, la parte fissa della retribuzione di posizione, la clausola di garanzia e l’UPG. Inoltre, sono state introdotte le nuove indennità di pronto soccorso e di specificità sanitaria, in precedenza non previste.
«Siamo soddisfatti – ha commentato il segretario nazionale dell’Anaao Assomed (Associazione Medici Dirigenti) Pierino Di Silverio – perché, pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra, il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali. Questo è sempre stato il nostro obiettivo e ci siamo riusciti».
«Grazie all’accordo raggiunto – ha continuato Di Silverio – abbiamo ottenuto alcuni risultati che possiamo definire ‘storici’: abbiamo sminato il terreno dalle ore ‘regalate’ alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn e che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei ‘tappabuchi’; abbiamo, infine, cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici globetrotter e definendo la sede di lavoro».