Oggi, 2 aprile 2024, si celebra la Giornata Mondiale dell’Autismo. Istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’Onu, questa ricorrenza intende richiamare l’attenzione sui diritti delle persone che vivono con questa condizione neurologica, un disturbo che colpisce circa 1 persona su 160 in tutto il mondo e che presenta una vasta gamma di sintomi che possono influire sulla comunicazione, sull’interazione sociale e sulla capacità di apprendimento.
L’autismo è definito dal DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) un disturbo del neurosviluppo infantile che ha esordio nei primi tre anni di vita e che è caratterizzato clinicamente da un deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale, dalla presenza di pattern di comportamento con interessi e attività ristrette e stereotipate con sintomi che sono presenti dalla prima infanzia.
Definizione da manuale a parte, l’autismo viene pensato soprattutto come una condizione: nel recente aggiornamento del DSM si parla anche di “variante normale”, nella quale rientrano delle persone che condividono le caratteristiche sintomatologiche, quindi, la presenza di interessi ristretti e stereotipati o difficoltà nella comunicazione, che però hanno un funzionamento cognitivo assolutamente nella norma o superiore alla norma.
In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Autismo, 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi.
In occasione della Giornata Mondiale, molte associazioni e comunità si adoperano per promuovere una maggiore consapevolezza sull’autismo: gli autistici hanno il diritto di essere trattati con rispetto e dignità, senza subire discriminazioni o pregiudizi in base alla loro condizione.
La giornata a loro dedicata, dunque, oltre a sensibilizzare sull’argomento, serve anche per ricordare che queste persone sono uniche, ciascuna con bisogni e desideri diversi: è essenziale considerarle individualmente per fornire loro supporto e per rispettarne i diritti.