È avvenuto in Italia – per la prima volta al mondo – un trapianto di cuore utilizzando una donazione a cuore fermo. Una novità, questa, che apre nuove opportunità per i pazienti con problemi cardiaci in attesa di un nuovo organo. L’intervento è stato eseguito all’Ospedale di Padova dall’equipe del Centro di Cardiochirurgia “Vincenzo Gallucci”, diretto dal Professor Gino Gerosa.
Secondo Massimo Cardillo, Direttore del Centro Nazionale Trapianti, attualmente ci sono 600 pazienti in lista d’attesa per un trapianto di cuore in Italia: ogni anno, però, vengono effettuati circa 250 interventi. Come evidente, i tempi d’attesa possono essere lunghi e molti pazienti non riescono ad arrivare al momento del trapianto: l’utilizzo di tutti gli organi disponibili dai donatori deceduti è quindi fondamentale. L’intervento eseguito a Padova rappresenta una nuova opportunità poiché dimostra la capacità di trapiantare cuori provenienti da donatori a cuore fermo, non limitandosi solo a fegato, reni e polmoni come avveniva in passato.
In altri paesi, questo tipo di trapianti di cuore viene effettuato da tempo, con un periodo di osservazione dell’assenza di battito cardiaco nei donatori compreso tra 5 e 10 minuti. In Italia, invece, la legislazione richiede un’osservazione di almeno 20 minuti, un criterio molto rigoroso a tutela dei donatori stessi. Questo criterio aveva finoraimpedito l’utilizzo dei cuori provenienti da donazioni a cuore fermo. Tuttavia, grazie al lavoro di ricerca del Centro trapianti di Padova e ai progressi tecnologici nella perfusione degli organi, tale limite è stato superato.
La donazione a cuore fermo viene concessa dopo accertamenti sulla morte del donatore, che si fondano su criteri neurologici o cardiaci. Nello specifico, il medico certifica il decesso mediante un elettrocardiogramma piatto protratto per almeno 20 minuti. Questo periodo di anossia conferma l’irreversibile perdita delle funzioni encefaliche e, quindi, la morte del donatore.
Il prelievo di organi da donatori a cuore fermo è un processo complesso, che coinvolge diverse équipe mediche e operatori sanitari, a partire dal sistema di emergenza sanitaria territoriale. La donazione a cuore fermo è regolamentata dalla legge italiana e viene effettuata in conformità con le norme stabilite dal Decreto Ministeriale.
In Italia, il programma di prelievo di organi da donatori a cuore fermo è attivo dal 2007. Nel 2022, sono stati utilizzati gli organi di 131 donatori a cuore fermo, registrando un aumento dell’attività del 60% rispetto al 2021. Complessivamente, sono stati effettuati 221 trapianti grazie a questi donatori.
L’introduzione di questa tipologia di trapianto rappresenta un significativo progresso per il campo dei trapianti cardiaci in Italia. Questa innovativa procedura offre una speranza concreta per i pazienti cardiopatici in lista d’attesa, riducendo i tempi di attesa e aumentando le possibilità di ottenere un nuovo cuore.