Uno Studio condotto da Medici Senza Frontiere – uno dei maggiori fornitori non governativi di cure per la tubercolosi nel mondo – ha dimostrato come una nuova terapia di sei mesi per il trattamento orale della tubercolosi multiresistente ai farmaci (MDR-TB) risulta più sicura ed efficace rispetto agli altri regimi esistenti. Il risultati del TB-Practecal, primo studio clinico internazionale controllato e randomizzato, sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.
Dopo anni in cui non sono stati trovati nuovi trattamenti per la tubercolosi, Bern-Thomas Nyang’wa – direttore medico di Medici Senza Frontiere – ha sottolineato come con il suo Studio si sia cercato di colmare il vuoto causato dal fatto che la malattia non colpisce direttamente i contesti nei quali ci sono le risorse per combatterla.
Nella sperimentazione – che si è conclusa nel marzo 2021 – sono stati coinvolti 552 pazienti in sette siti diversi, nonché: Bielorussia, Sudafrica e Uzbekistan. Attualmente, cinque Paesi supportati da MSF hanno implementato il regime breve di trattamento con quasi 400 pazienti che hanno iniziato il trattamento e altri otto paesi che lo metteranno in pratica nel 2023.
Lanciato nel 2017, il TB-Practecal ha testato tre combinazioni di nuovi trattamenti confrontandoli alla terapia standard accettata a livello locale, con risultati positivi. Un regime di sei mesi di bedaquilina, pretomanid, linezolid e moxifloxacina (BPaLM) si è dimostrato il più efficace e sicuro.
Inoltre, lo studio ha esaminato un regime di bedaquilina, pretomanid e linezolid (BPaL) e un regime di bedaquilina, pretomanid, linezolid e clofazimina (BPaLC). Rispetto alla terapia standard, lo studio clinico di MSF di fase II/III ha rilevato che il nuovo regime breve di trattamento BPaLM è molto efficace contro la tubercolosi resistente alla rifampicina e più sicuro: l’89% dei pazienti del gruppo BPaLM sono guariti rispetto al 52% del gruppo trattato con terapia standard, mentre nel gruppo BPaLM sono stati registrati meno effetti collaterali rispetto all’altro gruppo.
Il nuovo regime dà speranza a circa 500mila persone, ovvero coloro che annualmente si ammalano di tubercolosi multiresistente ai farmaci.